Stella di Natale
Il Natale è ormai
alle porte e, per le strade, nei
supermercati e sulle bancarelle oltre a profumi e balocchi c’è, vestita, ora di rosso, ora di fucsia o di
candido bianco, l’Euphorbia pulcherrima (ovvero la più bella delle
Euphorbiae), più nota come Stella di Natale.
Iniziamo con lo
sfatare un mito. A rendere unica e natalizia questa pianta sono le sue foglie rosse
e non i suoi fiori, infatti questi ultimi, chiamati ciazi (infiorescenze tipiche del genere Euphorbia) sono piccoli,
gialli, localizzati all’estremità della pianta e circondati da una corona di piccole
brattee, ossia le foglie che si trovano nella parte terminale della pianta che,
nel mese di dicembre si tingono di rosso.
Quindi abbiamo a che fare con un fiore incantevole per le sue… foglie. Tutto
ciò non la rende ancora più speciale?!
La Stella di Natale trova i suoi natali in una
terra assai lontana dalla vecchia Europa e che ben poco ha a che fare con neve
candida o scenari natalizi affini: il Messico. In patria la nostra rossa cresce
spontaneamente e, allo stato selvatico, può arrivare ad una altezza fra i due e
i quattro metri.
Immaginiamo le colline messicane ricoperte del rosso di questi
meravigliosi arbusti, un incredibile spettacolo! Spettacolo a cui Joel Roberts Poinsett, primo ambasciatore degli
Stati Uniti in Messico, ebbe la fortuna di assistere qualche secolo fa. Rimase talmente colpito da questa pianta, che
da lui prende il nome, Poinsettia (questo il vero nome di quella che chiamiamo,
per abitudine culturale, stella di natale), da volerla introdurre nel 1825
negli Stati Uniti.
Curiosità: il 12 Dicembre,
negli Stati Uniti, sin dalla seconda metà del XVIII secolo, si suole celebrare
il giorno della morte di Poinsett scambiandosi una stella di natale.
Persino gli Aztechi
apprezzavano la bellezza e le proprietà della Poinsettia, da loro chiamata
Cuiltaxochiltl ossia, fiore che cresce nel suolo o in residui. Dalle sue
brattee estraevano il pigmento rosso per tessuti e cosmetici, inoltre, dalla
linfa lattiginosa producevano un preparato antipiretico e un insetticida.
Ben nota è la grandezza di
questo popolo e le loro mani attente e sapienti… che è meglio non tentare di
emulare. Per intenderci, da non improvvisarsi aztechi per una notte… potrebbe
divenire fastidiosuccio. Infatti, il lattice può risultare irritante per pelle
e stomaco. Tranquilli niente di letale ma, meglio affidarsi al classico
paracetamolo e, in caso di insetti molesti in settimana bianca, al ddt.
E dopo il Natale…
le brattee rosse si seccheranno ma, attenzione, la pianta
non starà morendo, semplicemente starà compiendo il suo ciclo naturale.
La nostra miss Euphorbia è una pianta fotoperiodica o
brevidiurna, vale a dire che deve ricevere
luce per 8-9 ore al massimo (per
una crescita rigogliosa) mentre per il restante tempo deve stare al buio (per
una buona fioritura), soprattutto nei mesi di ottobre e novembre.
Nel periodo dello sviluppo e della fioritura bisogna concimare
ogni due settimane usando un fertilizzante liquido mescolato all’acqua di
irrigazione con un titolo elevato di
potassio e fosforo. Innaffiare solo quando il terriccio è asciutto
evitando di lasciare acqua stagnante.
Simboleggia la purezza. Così come puro era l’amore di una
dea, di cui narrano gli aztechi, che morì proprio a causa del dolore da lei
provato per quell’ amore non corrisposto. Alcune gocce del suo sangue caddero
sulle foglie della pianta rendendole rosse da lì a l’eternità.
Ed ancora, la nostra Poinsettia ci parla di amore verso gli
altri e di fiducia illimitata. Proprio come in un’altra lontana lontana leggenda
messicana. Narra di una bimba molto povera, desiderosa di
mostrare il proprio affetto a Gesù durante la notte di Natale. La piccola non aveva doni da offrire,
quando una voce le suggerì di uscire e di raccogliere un fascio di sterpi ed
erbe che, una volta poste sull’altare, si trasformarono in meravigliose
stelline rosse.
Ed è sempre l’amore
ad avvolgere il fiore in varie declinazioni tanto da regalarlo in Francia per
la festa della mamma e chiamarlo Étoile d’amour o... l’amore che si tinge del rosso travolgente della passione e si regala in Centro–America
col nome di Hoja encendida (foglia infuocata).
Natale sta per bussare alla porta e cosa c’è di più bello che regalare un fiore, un fiore che con i suoi
colori vivacizzerà le nostre case, le
riscalderà e, magari proprio vicino all’ alberello sovraccarico di decorazioni
come se dovesse coprirsi, lui, dal freddo dei rigori invernali. Oltre alla
bellezza di questa pianta, ora che avete letto, saprete che regalerete molto di
più.
Come una
sorta di grazie per gli amori della nostra vita, coloro che, nonostante tutto,
non ci mollano, son lì a sostenerci ed incoraggiarci con il loro amore, affetto
e fiducia incondizionati. Allora... che sia bianca per le instancabili mamme e
premurose ziette, che sia fucsia per le effervescenti amiche, gialle per i
pazienti e rassicuranti amici o rosse. Rosse, là dove purezza e passione si
annodano, si stringono e si ritrovano in due occhi che ci sorridono e in un
sorriso che ci accarezza. E se quegli occhi, un giorno, dovessero allontanarsi,
beh, evitando di uguagliare antiche
gesta, sempre, azteche, sarà stato comunque bello.
E allora a voi tutti una Stella di Natale. Voi che colore scegliete?
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