16 marzo 2015


Cassia Fistula


E lontano lontano nel tempo, qualche cosa negli occhi di un altro ti farà ripensare ai miei occhi…  oggi c’è il sole e mi son svegliata così, canticchiando… a quegli occhi che… E’ lontano lontano, il suggestivo brano dell’indimenticabile Tenco. Ricordato da tante voci tra cui, la mia preferita, quella di Jannacci con il suo piano e, lei, la fisarmonica o, ancora, la carezzevole versione di Lorenzo Jovanotti. Ma oggi vi porterò io lontano lontano… nel mondo e, in un certo senso, anche nel tempo. Sorvoleremo, girovagheremo, andremo là dove è sempre estate. Dove la nostra pelle scalpita e i sensi si ridestano. Destinazione di oggi: cassia fistula, tropici.




Allora… benvenuti a bordo del volo AP979, ci stiamo preparando al decollo, pertanto siete pregati di allacciare le cinture. Per informazioni circa la sicurezza a bordo e la vostra serenità vi invitiamo a prendere visione dell'apposito opuscolo di fronte a voi, corredato dal set-life consistente in: salvagente, secchiello e paletta, maschera d’ossigeno e muta, pinne, pantofole, bibbia, rosario, tappeto e altri gadgets, xanax, fiori di bach e pasticche di cianuro, un mazzo di carte, fotocamera e taccuino. 
Inoltre ricordiamo che su questo aeromobile è vietato fumare, sbraitare, provarci con steward ed hostess, fare pungiball con il sedile di fronte a voi, eh sì… perché son sedili… e non sdraio da mare su cui espandervi come gelatine liquefatte. Qualora dovesse attanagliarvi quel flebile desiderio di sonnellino… vi prego… fatelo con dignità! Altresì vietatissimo, pena espulsione immediata dall’aeromobile e, senza passare per il percorso luminoso: whatsappare, twittare, facebookiare, giochicchiare, tastierare… Dunque, pregasi di spegnere ogni dispositivo elettronico, da qui all’atterraggio a casa vostra. Tanto lo so, avete già cambiato l’immagine con voi che sorridete davanti all’aereo e proposto, così a caso, il caldo tema del giorno: in volo riuscite a dormire? Io sì ma, parliamone. Avete persino avuto la premura di aver avvisato i vostri 867 contatti dell’imminente impresa con tanto di posizione dettagliata, perché, si sa, se qualcuno volesse unirsi all’ultimo momento… E le foto... profilo destro e sinistro, interno, sopra, sotto, insomma… un reportage per un Vogue ad alta quota, livree e moquette tra i cieli: tendenze e stili di quest’anno. E poi, lui, l’immancabile avatar giallognolo, foriero delle vostre più intime emozioni ed ineffabili pensieri. Rilassatevi… e tenete qualche momento solo per voi o, se proprio volete esser social, fatelo col vicino e… sorridete… selfie di gruppo ;-)


La Cassia Fistula è un arbusto tropicale di 10-15 m, molto ornamentale per l’abbondante e spettacolare fioritura (da Gennaio-Febbraio a Maggio-Giugno) e per i legumi che produce in seguito. La crescita è piuttosto lenta, tant’è che, solitamente, passano dagli 8 ai 10 anni dalla semina alla fioritura. In natura si presenta in foreste decidue, con clima prevalentemente secco, a basse altitudini e con temperature medie annue di 18–29°C. Non ha particolari esigenze idriche e in materia di malattie e parassiti è piuttosto resistente, suo tallone d’Achille: dei funghi ascomiceti presenti in Malesia e nelle Filippine. Predilige posizioni assolate ma ben tollera anche quelle a mezz’ombra. I suoli ideali sono calcarei e vulcanici ma ha una buona resistenza anche in quelli sabbiosi e argillosi. E’ piuttosto resistente alla siccità ma vulnerabile al gelo, quindi in caso di temperature poco tropicali ricordate di proteggerla con della paglia o dei sacchetti.

Appartiene alla tribù delle cassia (composta da piccoli alberi o arbusti dalle tipiche vistose fioriture di colore giallo, bianco o rosa) collocata nella famiglia delle leguminose o fabacee (piante il cui frutto consiste in un baccello o legume)
Il nome botanico deriva dal greco Casia = nome dato dallo scienziato greco Dioscoride alla specie, e dal latino fistŭla = tubo, cannula, riferito alla forma tubolare dei baccelli della pianta.

Invece i nomi comuni sono molti e legati, per lo più, alle caratteristiche dei suoi fiori. Infatti essi sono innumerevoli, del diametro di 4-5 cm, riuniti in racemi pendenti di ben 20-40 cm: una sorta di grappoli leggeri, leggiadri e vaporosi  di color giallo luminoso e dorato.  In italiano questa pianta è conosciuta anche col nome di albero della doccia o pioggia dorata. Un nome indovinatissimo perché ben traduce l’impressione che dà e perché legato a quello che provai quando vidi  per la prima volta questi fiori: un’irrefrenabile, incontenibile gioia e urgenza di sdraiarmici sotto per godere di quella che paragonai, appunto, a una pioggia dorata. Anche gli inglesi si abbandonano alla suggestiva vista chiamandolo (oltre che col buffo pudding-pipe tree) golden shower tree. Tutti sotto la doccia!! Tranne i francesi che, si sa, preferiscono le loro vasche retrò chiamandolo: caroubier, canéficier, bâton casse. Un nome più tecnico, è l’internazionale indian laburnum. Si rifà all’europeo laburnum, forse più noto col nome di maggiociondolo. Anch’esso della famiglia delle leguminose e con grappoli di fiori giallo oro. Caratteristiche tanto simili dal fuorviarmi, in un primo momento, nella sua identificazione. Ma attenzione a non confondervi perché il maggiociondolo è tossico in ogni sua parte.

Come riconoscere la cassia fistula? Ha fiori composti da cinque petali, leggermente diversi tra loro, al cui centro si ergono all’incirca 10 stami o filamenti, di diversa lunghezza e ricurvi, sormontati dalle rispettive antere (la parte fertile in cui c’è il polline). Le foglie, lunghe 7-12 cm, sono di forma oblunga e ovali, coriacee, opposte e paripennate (ossia pari e prive di foglia apicale) e all’apice della fioritura cadono trasformando gli alberi di cassia fistula in fiaccole naïf lungo viali e giardini. Il suo frutto è contenuto in un baccello indeiscente e pendulo di ben 20-60 cm di lunghezza e di 1.5-2 cm di diametro. Ha un sapore dolciastro ed è impiegato in fitoterapia, sottoforma di sciroppi e marmellate nel trattamento della stipsi e delle occlusioni intestinali (particolarmente indicato per donne in gravidanza e bambini).

Curiosità: la bellezza dei fiori dorati è stata immortalata anche su piccole tele viaggiatrici: i francobolli. Sull’indiano da 20 rupie, il thailandese da 48 cent. E a sceglierli anche il Vietnam nel lontano 1977, il Brasile nel 1990, la Costa d’Avorio e nel 2003, in una serie dedicata agli emblemi nazionali, il Canada.


Originaria dell’India e dello Sri Lanka è oggi una pianta pantropicale. L’uso medico, datato da antico tempo, è stato il principale motivo della sua diffusione. In Tanzania, Zimbabwe e Mozambico i baccelli sono usati come rimedio per la malaria. Nell’isola Mauritius il decotto della polpa del frutto è impiegato nella cura dei calcoli renali. La letteratura indiana descrive la pianta utile contro le malattie della pelle e i disturbi epatici. In Thailandia un decotto delle radici viene applicato per purificare ferite e ulcere. E proprio in quest’ultimo paese la cassia fistula, nota con il nome di Ratchaphruek, è tanto cara da averla eretta a simbolo nazionale. Una scelta dettata dalla bellezza del fiore e soprattutto dal suo colore, il giallo: importante nel buddismo ed emblema della monarchia.

E proprio per il suo colore, di grande valenza spirituale (considerato il più vicino alla luce), e per la grazia delle sue forme simboleggia gioia, positività, ricordo, ottimismo e parla anche di un amore tenero e gentile.  



Nel suo paese natìo, precisamente nello stato del Kerala sito nell’India meridionale, la pioggia dorata scandisce e accompagna rituali ancestrali durante il festival dedicato a Vishnu, dio della conservazione, celebrato il 15 Aprile in cui il giorno e la notte hanno la medesima durata (concetto corrispondente al nome della divinità, infatti Vishnu deriva dal sanscrito ‘Vishua’ = parti uguali). Dunque, si inizia col rituale che preferisco: il Vishukani, ossia ‘la prima vista’, in cui prosperità e fortuna sono assicurate se, al mattino, per prima cosa si vedranno cose belle. La posta in gioco è alta e i nostri amici indiani non lasciano nulla al caso. La donna di casa, la notte, si adopera disponendo del riso crudo, del limone, un testo sacro, uno specchio in metallo e i delicati e profumati fiori gialli di cassia fistula nell’Uruli (una ciotola composta da una lega di cinque metalli rappresentanti la terra, il fuoco, l’aria, l’acqua e la volta celeste). Successivamente, in parti uguali, vien posta anche un’amalgama di riso e della curcuma, due lampade ad olio, la nilavilakku, l’idolo della celebrità del giorno e le monete offerte ai piccini di casa dal membro più anziano. E poi il succulento banchetto, il Sandya. E infine, come in ogni luogo e in ogni cultura, gli immancabili fuochi d’artificio.

Ed ora, gentili passeggeri, ringraziandovi per aver scelto questo volo, vi auguro un buon rientro, quanto a me… beh… io rimarrò ancora un poco sotto questo nuovo cielo. Mi perderò tra percorsi di stelle sconosciuti, sarò audace: cavalcherò il Pesce Volante, scruterò l’orizzonte a cavalcioni sulla Vela, strizzerò l’occhio alla Croce del Sud, riposerò accoccolata sulla lucente Poppa e mi ritroverò. Certa che al risveglio, vedrò solo cose belle. Rivedrò e mi ritroverò… qui… lontano lontano nel mondo.




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