Cassia Fistula
E lontano lontano nel tempo, qualche
cosa negli occhi di un altro ti farà ripensare ai miei occhi… oggi c’è il sole e mi son svegliata così,
canticchiando… a quegli occhi che… E’
lontano lontano, il suggestivo brano dell’indimenticabile Tenco. Ricordato da
tante voci tra cui, la mia preferita, quella di Jannacci con il suo piano e,
lei, la fisarmonica o, ancora, la carezzevole versione di Lorenzo Jovanotti. Ma
oggi vi porterò io lontano lontano… nel mondo e, in un certo senso, anche nel
tempo. Sorvoleremo, girovagheremo, andremo là dove è sempre estate. Dove la
nostra pelle scalpita e i sensi si ridestano. Destinazione di oggi: cassia
fistula, tropici.
Allora… benvenuti a bordo del
volo AP979, ci stiamo preparando al decollo, pertanto siete pregati di
allacciare le cinture. Per informazioni circa la sicurezza a
bordo e la vostra serenità vi invitiamo a prendere visione dell'apposito
opuscolo di fronte a voi, corredato dal set-life consistente in: salvagente,
secchiello e paletta, maschera d’ossigeno e muta, pinne, pantofole, bibbia,
rosario, tappeto e altri gadgets, xanax, fiori di bach e pasticche di cianuro,
un mazzo di carte, fotocamera e taccuino.
Inoltre ricordiamo che su questo
aeromobile è vietato fumare, sbraitare, provarci con steward ed hostess, fare
pungiball con il sedile di fronte a voi, eh sì… perché son sedili… e non sdraio
da mare su cui espandervi come gelatine liquefatte. Qualora dovesse
attanagliarvi quel flebile desiderio di sonnellino… vi prego… fatelo con
dignità! Altresì vietatissimo, pena espulsione immediata dall’aeromobile e,
senza passare per il percorso luminoso: whatsappare, twittare, facebookiare,
giochicchiare, tastierare… Dunque, pregasi di spegnere ogni dispositivo
elettronico, da qui all’atterraggio a casa vostra. Tanto lo so, avete già
cambiato l’immagine con voi che sorridete davanti all’aereo e proposto, così a
caso, il caldo tema del giorno: in volo riuscite a dormire? Io sì ma, parliamone.
Avete persino avuto la premura di aver avvisato i vostri 867 contatti
dell’imminente impresa con tanto di posizione dettagliata, perché, si sa, se
qualcuno volesse unirsi all’ultimo momento… E le foto... profilo
destro e sinistro, interno, sopra, sotto, insomma… un reportage per un Vogue ad
alta quota, livree e moquette tra i cieli: tendenze e stili di quest’anno. E poi,
lui, l’immancabile avatar giallognolo, foriero delle vostre più intime emozioni
ed ineffabili pensieri. Rilassatevi… e tenete qualche momento solo per voi o,
se proprio volete esser social, fatelo col vicino e… sorridete… selfie di
gruppo ;-)
La
Cassia Fistula è un arbusto tropicale di 10-15 m, molto ornamentale per
l’abbondante e spettacolare fioritura (da Gennaio-Febbraio a Maggio-Giugno) e
per i legumi che produce in seguito. La crescita è piuttosto lenta, tant’è che,
solitamente, passano dagli 8 ai 10 anni dalla semina alla fioritura. In natura si presenta in foreste decidue, con clima
prevalentemente secco, a basse altitudini e con temperature medie annue di 18–29°C. Non ha particolari esigenze idriche e in materia di malattie
e parassiti è piuttosto resistente, suo tallone d’Achille: dei funghi
ascomiceti presenti in Malesia e nelle Filippine. Predilige posizioni assolate
ma ben tollera anche quelle a mezz’ombra. I suoli ideali sono calcarei e
vulcanici ma ha una buona resistenza anche in quelli sabbiosi e argillosi. E’ piuttosto
resistente alla siccità ma vulnerabile al gelo, quindi in caso di temperature
poco tropicali ricordate di proteggerla con della paglia o dei sacchetti.
Appartiene alla tribù
delle cassia (composta da piccoli alberi o arbusti dalle tipiche vistose
fioriture di colore giallo, bianco o rosa) collocata nella famiglia delle
leguminose o fabacee (piante il cui
frutto consiste in un baccello o legume).
Il nome
botanico deriva dal greco Casia = nome dato dallo scienziato greco Dioscoride
alla specie, e dal latino fistŭla = tubo, cannula, riferito alla forma tubolare dei baccelli
della pianta.
Invece i nomi comuni sono molti e
legati, per lo più, alle caratteristiche dei suoi fiori. Infatti essi sono
innumerevoli, del diametro di 4-5 cm, riuniti in racemi pendenti di ben 20-40
cm: una sorta di grappoli leggeri, leggiadri e vaporosi di color giallo luminoso e dorato. In italiano questa pianta è conosciuta anche
col nome di albero della doccia o pioggia dorata. Un nome indovinatissimo perché
ben traduce l’impressione che dà e perché legato a
quello che provai quando vidi per la
prima volta questi fiori: un’irrefrenabile, incontenibile gioia e urgenza di
sdraiarmici sotto per godere di quella che paragonai, appunto, a una pioggia
dorata. Anche gli inglesi si abbandonano alla suggestiva vista
chiamandolo (oltre che col buffo pudding-pipe tree) golden shower tree. Tutti
sotto la doccia!! Tranne i francesi che, si sa, preferiscono le loro vasche retrò chiamandolo: caroubier, canéficier,
bâton casse. Un nome più tecnico, è l’internazionale indian laburnum. Si
rifà all’europeo laburnum, forse più noto col nome di maggiociondolo. Anch’esso
della famiglia delle leguminose e con grappoli di fiori giallo oro. Caratteristiche tanto simili dal fuorviarmi, in un primo momento,
nella sua identificazione. Ma attenzione a non confondervi perché il
maggiociondolo è tossico in ogni sua parte.
Come riconoscere la cassia
fistula? Ha fiori composti da cinque petali, leggermente diversi tra loro, al
cui centro si ergono all’incirca 10 stami o filamenti, di diversa lunghezza e
ricurvi, sormontati dalle rispettive antere (la parte fertile in cui c’è il
polline). Le foglie, lunghe 7-12 cm, sono di forma oblunga e ovali, coriacee, opposte
e paripennate (ossia pari e prive di foglia apicale) e all’apice della fioritura
cadono trasformando gli alberi di cassia fistula in fiaccole naïf lungo viali e giardini. Il
suo frutto è contenuto in un baccello indeiscente e pendulo di ben 20-60 cm di
lunghezza e di 1.5-2 cm di diametro. Ha un sapore dolciastro ed è impiegato in
fitoterapia, sottoforma di sciroppi e marmellate nel trattamento della stipsi e
delle occlusioni intestinali (particolarmente indicato per donne in gravidanza
e bambini).
Curiosità:
la bellezza dei fiori dorati è stata immortalata anche su piccole tele
viaggiatrici: i francobolli. Sull’indiano da 20 rupie, il thailandese da 48
cent. E a sceglierli anche il Vietnam nel lontano 1977, il Brasile nel 1990, la
Costa d’Avorio e nel 2003, in una serie dedicata agli emblemi nazionali, il
Canada.
Originaria
dell’India e dello Sri Lanka è oggi
una pianta pantropicale. L’uso medico, datato da antico tempo, è stato il
principale motivo della sua diffusione. In
Tanzania, Zimbabwe e Mozambico i baccelli sono usati come rimedio
per la malaria. Nell’isola Mauritius il
decotto della polpa del frutto è impiegato nella cura dei calcoli renali. La letteratura
indiana descrive la pianta utile contro le malattie della pelle e i disturbi
epatici. In Thailandia un decotto delle radici viene
applicato per purificare ferite e ulcere. E proprio in quest’ultimo paese la
cassia fistula, nota con il nome di Ratchaphruek, è tanto cara da averla
eretta a simbolo nazionale. Una scelta dettata dalla bellezza del fiore e soprattutto
dal suo colore, il giallo: importante nel buddismo ed emblema della monarchia.
E
proprio per il suo colore, di grande valenza spirituale (considerato il più
vicino alla luce), e per la grazia delle sue forme simboleggia gioia,
positività, ricordo, ottimismo e parla anche di un amore tenero e gentile.
Nel suo
paese natìo, precisamente nello stato del Kerala sito nell’India meridionale,
la pioggia dorata scandisce e accompagna rituali ancestrali durante il festival
dedicato a Vishnu, dio della conservazione, celebrato il 15 Aprile in cui il giorno e la notte hanno la medesima durata (concetto corrispondente
al nome della divinità, infatti Vishnu deriva dal sanscrito ‘Vishua’ = parti
uguali). Dunque, si inizia col rituale che preferisco: il Vishukani, ossia ‘la
prima vista’, in cui prosperità e fortuna sono assicurate se, al mattino, per
prima cosa si vedranno cose belle. La posta in gioco è alta e i nostri amici
indiani non lasciano nulla al caso. La donna di casa, la notte, si adopera
disponendo del riso crudo, del limone, un testo sacro, uno specchio in metallo
e i delicati e profumati fiori gialli di cassia fistula nell’Uruli (una ciotola
composta da una lega di cinque metalli rappresentanti la terra, il fuoco,
l’aria, l’acqua e la volta celeste). Successivamente, in parti uguali, vien
posta anche un’amalgama di riso e della curcuma, due lampade ad olio, la nilavilakku,
l’idolo della celebrità del giorno e le monete offerte ai piccini di casa dal
membro più anziano. E poi il succulento banchetto, il Sandya. E infine, come in ogni luogo e in ogni
cultura, gli immancabili fuochi d’artificio.
Ed ora, gentili
passeggeri, ringraziandovi per
aver scelto questo volo, vi auguro un buon rientro, quanto a me… beh… io
rimarrò ancora un poco sotto questo nuovo cielo. Mi perderò tra percorsi di
stelle sconosciuti, sarò audace: cavalcherò il Pesce Volante, scruterò
l’orizzonte a cavalcioni sulla Vela, strizzerò l’occhio alla Croce del Sud,
riposerò accoccolata sulla lucente Poppa e mi ritroverò. Certa che al
risveglio, vedrò solo cose belle. Rivedrò e mi ritroverò… qui… lontano lontano nel mondo.
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