Jatropha Podagrica
Curiosando qua e là mi sono imbattuta in un fiore
spettacolare che, a dire il vero, a primo acchito, non mi sembrava avesse
fattezze floreali. Infatti, mi chiedevo cosa ci facesse un gioiello tra orchidee
bianche, dopotutto osservavo la vetrina di un fioraio. Ho pensato a un
originale e fortunato gemellaggio tra un fantasioso fiorista e un audace
gioielliere ma, provvista di un arcano e sofisticato intuito alla Poirot,
prontamente, mi sono resa conto che tale ipotesi proprio non poteva reggere.
Dunque, incarnando più uno
spirito da Signora in Giallo in circostanze meno nere e irreversibili… per
intenderci non c’è scappato nessun morto, sono entrata nel negozio per
vederci chiaro ed ecco svelato l’arcano!! A far capolino tra i candidi fiori
non c’era un ramo di corallo ma un fiore
corallo, ovvero: una Jatropha podagrica. Che dire? Elementare!!
Il nome del genere deriva dalla combinazione dei termini greci iatros = medico e trophé = alimento, con riferimento alle proprietà medicinali della pianta; il nome specifico invece proviene dal latino podagrica = gottosa, con riferimento alla base ingrossata della pianta.
La
nostra succulenta appartiene alla
famiglia delle Euphorbiaceae,
originaria dell’America centrale (Nicaragua, Guatemala e Costa Rica), ma coltivata anche in Africa e in Asia.
Curiosità: la Tanzania e l’India, negli ultimi anni, han fatto della sorella della nostra pianta
gioiello, la Jatropha Curcas, una
portentosa risorsa. La Curcas, un tempo usata solo a fini ornamentali, è oggi
impiegata per produrre un eccellente biodiesel a impatto zero per emissione di
anidride carbonica, un ottimo sapone e utilizzata per l’illuminazione
locale. Quindi, in un certo senso, anche
la Curcas possiamo considerarla un gioiello… uno smeraldo, o per i più classici
un diamante, dell’economia e dell’ambiente.
Ma
tornando alla nostra podagrica
Ha
foglie grandi, lucide, di colore verde brillante e profondamente palmate, un
fusto sferico-cilindrico, rami corti e fiori a forma di ombrello di colore
rosso corallo intenso che spuntano in primavera e in estate, ai quali seguono i
frutti, capsule di forma rotonda che, una volta maturate rilasciano semi scuri,
dando origine a nuove piante.
Da buona succulenta ama le posizioni molto
luminose e teme il freddo, infatti
la temperatura minima in grado di sopportare si aggira intorno ai 10°C. E’ bene
difenderla da correnti d’aria che potrebbero provocare l’avvizzimento delle
foglie.
Per quanto attiene
l’innaffiatura non ha particolari esigenze, nel periodo vegetativo (da marzo
a ottobre), ben sopporta brevi periodi di siccità.
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Inoltre è meglio piantare il nostro
gioiellino in terreni abbastanza ricchi e ben drenati (da usare miscuglio costituito da terriccio
bilanciato, torba e sabbia in parti uguali, con aggiunta di lapillo o pozzolana
per aumentare il drenaggio).
Nel linguaggio dei fiori
la jatropha podagrica proprio non compare, quindi, affido a voi lettori l’arduo
compito di trovare le giuste parole.
Di cosa la facciamo parlare, cosa può evocare? Corallo, cristalline acque esotiche, spiagge
bianchissime… roventi sotto un sole avvolgente, rassicurante… quindi Serenità, o… corallo… eleganza non affettata. Facciamola parlare gente!!!!