7 aprile 2015


Pervinca

Il fiore di oggi mi è stato suggerito da un alterco avuto con un mio amico, maschio.
Scrivo maschio, facendo due bracciate nel mare di luoghi comuni che contrappongono uomini e donne, o più brutalmente, maschi contro femmine. Io credo nelle diversità, le differenze sono ricchezza, crescita, vita e credo meno nei luoghi comuni. In alcuni casi, però, certe discrepanze raggiungono tali distanze, inenarrabili. Io, ora, ho le prove! Differenze assolutamente vere e oggettive, ne parlò anche Piero Angela in una puntata di Superquark e Angela è il verbo quindi è vero. Oggetto del contendere? I colori, punti di vista.
Racconto. Si parlava di un oggetto, tra l’altro manco s’è capito cosa fosse (sapete quegli oggetti moderni in cui, per carità il design è fantastico, accattivante, ma è la funzione,  a meno che non fosse proprio l’osservarlo la sua funzione, che sfugge. In poche parole, sì ma cos’è?) e io ho detto “sai, ciò che più mi piace è il colore. No, non è azzurro, blu, macché, è color pervinca!!” Poi, il silenzio. Un silenzio estraneo e colmo di tensione! Sapete come i silenzi dei film western, ci mancava giusto la polvere del deserto e le immancabili palle di salsola sospinte dal vento. Invece il sottofondo musicale (Morricone ovviamente) era già partito, perché arriva in automatico in momenti del genere. E così uno di fronte all’altro, ormai non eravamo più i due amici che si guardavano negli occhi con sgomento e stupore ma, Joe e Ramón, sguardi profondi e impenetrabili e ancora silenzio, il vento che soffia… swoosh e… incredibile, sono arrivate pure le palle rotolanti e la polvere del deserto. Quando, da donna coraggiosa rompo il silenzio (mentre semplicemente da donna ripongo le palle rotolanti in giardino e do una spolveratina), sfodero le mie dissertazioni, lui spara le sue e qui il deludente e deprimente scambio di vedute.


Ho sottoposto il test a diversi soggetti, come Popper, ma in cerca di cigni maschi bianchi. Li ho trovati tutti neri. Già, per loro le sfumature sono un niente, inesistenti, inutili, non pervenute. Inutile, per loro esistono 8 colori (nero e bianco sono invece dei non colori) e le sfumature son sempre gli otto colori di prima ma versione scura o chiara e, per i più evoluti, straordinariamente, c’è anche la variante scurissima o chiarissima. I miei preferiti, i maschi, no, gli uomini daltonici. Loro si che si sforzano, ci provano, si affidano a congegni moderni pur di poter percepire un rosso, un verde o una lieve sfumatura ma… niente, tutto grigio. Chiedi qual è l’abito che ti sta meglio, quello rosso o verde e loro, il grigio scuro e poi ti guardano con quegli occhioni di chi vorrebbe ma non può. Oh cari cigni grigi, vi abbraccio, vi lodo, vi stimo! Maschi apprendete!!
Certo, e qui spezzo una lancia in favore dei fanciulli, a volte si esagera. Di recente mi son trovata, in compagnia, a fissare le ante di una cucina color grigio piuma. Si pensava a un bianco panna, bianco sporco, bianco latte ma il grigio piuma ha lasciato tutti noi basiti. Come disorientati lascia il blu Senna di notte. Sì, forse a volte si eccede un po’e allora un giallo ocra potrebbe assumere il nome di giallo Po pavese delle 12:00 o un marrone intenso sarà un brown acque del Gange, perché un’altra consuetudine è usare anglicismi per parole esaustive e non ancora estinte (per ora) nella nostra lingua, ma che dire sarà più internazionale, e così ci sono le mode del total white e via discorrendo…

Ma basta cincischiare, torniamo alla nostra pervinca. E’ una pianta erbacea, sempreverde, rustica e suffrutticosa (ossia perenne, legnosa e provvista di rami erbacei), di portamento eretto o strisciante, provvista di lunghi stoloni (fusti striscianti che emettono radici a ogni nodo) che formano un fitto tappeto erboso che va dai 20 cm ai 100-150 cm di altezza. E proprio ai suoi  verdi steli sottili, flessibili e resistenti, che intrecciandosi vanno a legarsi tra loro, si deve il nome del genere Vinca, dal latino vincìre = legare. Stessa origine latina per l’inglese periwinkle. In alcune zone del Devon o Devonshire (contea del Regno Unito, in Cornovaglia) il fiore è anche conosciuto con il nome di cut finger (probabilmente dovuto alla forma del petalo, troncata nella parte terminale tanto da somigliare a un dito tagliato) e blue button (dovuto invece al colore dei fiori che come bottoni trapuntano il verde dei cespugli, cespugli capitonnés! Che classe!).  

La pervinca è originaria dell’Europa e dei Tropici, appartiene alla famiglia delle Apocynaceae  (di cui fan parte piante prevalentemente succulente subtropicali e tropicali) e comprende numerose specie che differiscono tra loro per colore e dimensioni delle foglie e dei fiori. Posso citarne alcune, iniziando da quella forse più nota, quella a cui tutti noi pensiamo quando si parla di pervinca, la Vinca Major, per passare alla Vinca Minor Alba, che rispetto alla prima ha un fogliame più folto e fiori bianchi, o ancora la Vinca del Madagascar dai fiori bianchi e rosa e da foglie di morfologia e colore molto distante dalle prime. Quella di cui vi parlerò e di cui vedrete le foto è la Vinca Difformis Sardoa. Questa sottospecie sarda ha una corolla di minori dimensioni e talvolta una colorazione più chiara rispetto alla vinca tradizionale. 

I fiori sono inseriti singolarmente all’ascella delle foglie superiori con peduncoli (i gambi che collegano il ramo al fiore) ed hanno 5 petali ristretti verso la base e troncati nella parte terminale (ossia hanno la forma di una linea retta, trasversale). La corolla, del diametro di 4-5 cm, è gamopetala e ipocrateriforme. Gamopetala in quanto i petali, per una parte, sono saldati tra loro dando vita così al tubo corillico (mentre le parti libere dei petali, sono chiamate lobi) e ipocrateriforme perché costituita da un tubo lungo e stretto che termina con lobi lunghi di colore pervinca al cui centro si trova la fauce di color bianco (ossia l’apertura della parte tubulosa del calice del fiore, situata tra il tubo e il petalo) e infine, nel tubo corillico, sono inseriti gli stami.  La fioritura è abbondante e inizia da Marzo -   Aprile fino a Settembre - Ottobre. Le foglie sono coriacee, di 2,5-5,5 cm x 3-7 cm, di color verde scuro, lucide e glabre nella pagina superiore e più chiare e opache in quella inferiore, opposte e di forma ovato - lanceolata (ovata: a forma di uovo, più larga verso il picciolo – lanceolata: a forma di una punta di lancia) con margine intero (il bordo della foglia è liscio, senza incisioni e sporgenze).

Dalla morfologia alle proprietà. Dioscoride e Galeno (due illustri scienziati/medici greci) consigliavano di masticare le foglie fresche per contrastare epitassi e gengive sanguinanti. Non solo, le foglie eran considerate un portento contro i crampi e, per la presenza della vincamina (presente soprattutto nella Vinca Minor), per i disturbi vascolari. Mentre con l’estratto di fiori venivano trattate le irritazioni oculari e le infezioni. Ma attenzione, perché la pervinca contiene alcune sostanze, come la vincristina, che possono risultare tossiche e procurare seri problemi alla salute: da nausea e febbre a cefalea, insonnia, allucinazioni, convulsioni e coma. Quindi facciamo che… le guardiamo, innaffiamo, ammiriamo, potiamo ma non sperimentiamo… vincristina non scherza!! 

Vincristina a parte, la pervinca sicuramente colpisce per la sua delicatezza, gli innumerevoli fiori sembrano stelle che popolano  verdi cieli, ma attenzione, è tutt’altro che fragile e delicata. Si pianta in primavera e in autunno. Cresce, praticamente ovunque, dalle calde zone mediterranee a quelle ben meno miti della Gran Bretagna, dai vasi ai prati incolti, giardini abbandonati e boschi. Do comunque qualche piccolo accorgimento. Predilige le esposizioni a Nord e a mezz’ombra, meglio ancora se ai piedi di piante più grandi, ma vive discretamente anche al sole, purché, nei periodi più caldi, si innaffi onde evitare l’ingiallimento delle foglie e dei fusti (e nel farlo ricordate di evitare i ristagni). Si pota lasciando i fusti alti circa 10 cm ma, per esperienza, vi dico di non temere e di tagliare senza alcun indugio. Sono piante invasive, si allargano con estrema facilità e una volta inserite in giardino è piuttosto arduo circoscriverle. Personalmente ho provato anche a eliminare qualche cespuglio con potature senza un domani ma irrimediabilmente ecco nuove piante che vigorosamente e spudoratamente tappezzano il giardino (e gli stoloni sotterranei… nooo… è una guerra impari). Pervinca1 - Io0. Quindi tenetela sott’occhio con forbici e piccone agguerriti.


Dalla scienza alla magia. Presso i Celti la pervinca era particolarmente cara agli stregoni, tanto da essere nota come la violette des sorciers, per preparare pozioni contro attacchi demoniaci, animali feroci, invidie e paure. Ma tra gli infusi più quotati la pervinca era l’assoluta protagonista dei filtri d’amore. Considerato il cibo di Venere, lo si proponeva per aumentare la fertilità e per garantirsi un duraturo legame sentimentale. Le foglie, unite a quelle di magnolia, venivano infilate nel materasso nuziale per mantenere l'amore e la fedeltà. Avranno funzionato? Mah! Per sicurezza siglate la vostra unione con un mazzetto di pervinche a fianco al vostro contratto prematrimoniale. E non solo, per risvegliare sensi ormai sopiti, un frate domenicano, il tedesco Albertus Magnus, proponeva una ricetta a base di pervinca in polvere, porri e lombrichi da aggiungere ai pasti della coppia arrugginita. 
Dalla vita alla morte, due realtà legate alla terra e alla vita. In Italia i suoi rami venivano incrociati per ricavarne delle corone da porre sulle tombe dei bambini, per accompagnarli nel loro ultimo viaggio. Corone fatte anche in Inghilterra ma poste sul capo dei prigionieri condotti al patibolo. Come lo scozzese Simon Fraser, catturato dai rivali inglesi e condotto all’impiccagione incatenato a cavallo con la testa incoronata da una ghirlanda di pervinche. In Francia la pervenche era considerata un simbolo di amicizia, in memoria di Jean-Jacques Rousseau e la sua amicizia con Madame de Warens.

Curiosità: anticamente, a simboleggiare la verginità della novella sposa, per la prima notte di nozze si ponevano quattro mazzetti di pervinca agli angoli del letto. Di questa pratica abbiamo testimonianza in una canzone francese del XVIII secolo. Oggi questa pratica non ha ragione di esistere e le pervinche proliferano in ogni dove senza il timore di esser decimate per i mazzetti delle vergini!! Aux marches du palais… aux quatre coins du lit (ai 4 angoli del letto) -  un bouquet de pervenches, Lonla – un bouquet de pervenches… Canta della bella Lonla che si innamora, si sposa e saranno felici e contenti… jusqu'à la fin du monde (fino alla fine del mondo).

Oggi il valore simbolico della pervinca è legato al ricordo, alla sua tenacia, forza e malinconia. Regalare una pervinca esprime il desiderio di lasciare e conservare per sempre un dolce ricordo. Magari a una persona che non vedremo più, per sancire l’eterno delicato ricordo, come un sorriso in estate su di una vecchia foto… jusqu’à la fin du monde!